Vorrei scrivere alcune righe sulla “Sicurezza Alimentare”, argomento che merita grande attenzione anche alla luce dell’ultimo tragico evento, la morte di una giovane donna avvenuta dopo aver mangiato poche cucchiaiate di un dolce vegano (che vegano non era…). Un fortissimo shock scatenato dalla presenza di lattosio in una persona altamente allergica ai derivati del latte.
La sicurezza alimentare, secondo la normativa vigente, deve essere sempre (quindi in ogni lotto di preparazione alimentare) garantita dai produttori di alimenti e non può essere a carico del Sistema Sanitario Nazionale che deve, comunque, vigilare, eseguire controlli periodici e, nel caso di irregolarità, intervenire prescrivendo azioni correttive fino ad arrivare anche alla sospensione dell’attività.
E’ terribile, quindi, pensare di uscire per una cena, scegliere un ristorante che possa garantire la propria sicurezza alimentare, sentirsi male e addirittura morire a causa di errori così gravi e non ci sarà nessuna condanna, se poi ci sarà…, tale da alleviare la perdita di una persona cara.
Voglio, però, soffermarmi su un altro concetto di “Sicurezza Alimentare” che si allontana da quanto ho scritto nelle righe precedenti. Infatti per S.A. si deve intendere anche la disponibilità di alimenti di ogni persona: poter nutrirsi in modo adeguato, salubre, tutti i giorni. Purtroppo non è così in molte parti del mondo e anche in Italia, nella nostra regione, nella nostra provincia e nei nostri comuni molte famiglie non hanno garantita la S.A. necessaria.
Troppo spesso gli enti pubblici non riescono ad intervenire, non hanno la possibilità di far fronte all’emergenza alimentare e sono gli Enti del Terzo Settore la vera , continua risorsa a disposizione delle famiglie in difficoltà. Le persone i difficoltà non scelgono diete vegetariane, vegane, fruttariane o quella all’ultima moda ma sono obbligate a un regime alimentare povero, spesso carente dei nutrienti essenziali e solamente rivolgendosi alle strutture caritatevoli possono accedere almeno parzialmente agli alimenti che vengono distribuiti.
E’ necessario anche pensare alla corretta alimentazione, evitando i cibi spazzatura (così come vengono definiti adesso merendine, patatine, prodotti troppo ricchi di grassi e di zuccheri) e si deve pensare anche alla formazione dei consumatori.
La nostra associazione si impegna nella gestione dell’Emporio della Solidarietà della Valsessera e anche nella formazione (vedere i brevi video a disposizione) ma chiede comunque l’aiuto di tutti, privati ed enti pubblici, per affrontare meglio la sfida della Sicurezza Alimentare affinchè non manchi mai la disponibilità di alimenti e il cobo sia nutriente e salubre.